La Crociera Nera e il genio di André Citroën

La prima automobile prodotta in grande serie in Europa, ovvero la realizzazione di un sogno di André Citroen, è datata 1919. Tuttavia già nel 1921 un escursionista sulle Alpi o sui Pirenei avrebbe potuto imbattersi in un mostro sferragliante impegnato a compiere evoluzioni sulla neve.

Il mostro era un “autochenille”, un autocingolato commissionato dallo zar Nicola II proprio alla vigilia della rivoluzione russa. Quel brevetto, rimasto ovviamente invenduto, fu acquistato da André Citroen.

Grande uomo del suo tempo, Citroen forse ebbe subito l’idea di sposare automobili e cinema, propaganda e avventura, esotismo e sperimentazione tecnologica. Di certo la Francia dell’epoca era alla ricerca di un mezzo per collegare le sue colonie nordafricane sperdute nel Sahara.

Nel 1922 Citroen volle dare il suo contributo attrezzando un raid dimostrativo con cinque mezzi cingolati: in 21 giorni furono coperti 3200 Km tra Touggourt e Tombuctù. Fu un grande successo, che darà lo spunto per una nuova impresa: la Crociera nera, il primo collegamento automobilistico transafricano tra l’Algeria e il Madagascar. Su otto cingolati dai nomi fantasiosi (Scarabeo d’oro, Bue Api, Sole marciante…) presero posto noti personaggi del mondo artistico e scientifico, ma anche una troupe completa, con l’idea di filmare, e di portare nelle sale cinematografiche di tutta Europa, la grande impresa.

L’itinerario avrebbe fatto la felicità di Indiana Jones: 20 mila km attraverso l’Africa nera tra Colomb-Bechar e Tananarive. Furono 235 giorni incredibili, passati a liberare i cingoli dalla sabbia e dal fango, ad aprirsi la strada a colpi d’ascia nelle foreste, a traghettare fiumi con mezzi di fortuna, fino all’arrivo in Madacascar, il 20 giugno del 1925. Le riprese furono senza dubbio il risultato più tangibile di quella straordinaria impresa: 27 mila metri di pellicola; ma la spedizione riportò in Francia anche 5000 fotografie, 500 dipinti, centinaia di rilevamenti topografici di aree inesplorate, la descrizione di decine e decine di specie animali e vegetali prima sconosciute.

L’entusiasmo fu tale che presto venne fissato un nuovo obiettivo: la Grande Cina sulle orme di Marco Polo. I problemi logistici sarebbero stati perfino maggiori: il confronto fra il partito nazionalista di Chang Kai Shek e i comunisti di Mao Tse Tung era accesissimo, mentre la Russia dei Soviet vietò l’attraversamento del suo territorio. Molti erano infatti convinti che la spedizione nascondesse fini spionistici o militari. Nulla tuttavia avrebbe potuto fermare André Citroen. Nacque così la Crociera Gialla. Si decise di dividere la spedizione in due gruppi, con un ricongiungimento a metà percorso. Se il gruppo partito da Pechino dovrà far fronte al deserto dei Gobi, l’altro troncone si ritroverà in Afganistan nel bel mezzo della guerra civile: sarà così necessario superare le vette dell’Himalaia fra difficoltà immani: costruendo ponti, dinamitando ostacoli, arrivando persino a smontare pezzo per pezzo i cingolati…Intanto un colpo di scena ostacola l’altro troncone: la spedizione viene rapita dagli oltranzisti mongoli che chiedono, in cambio della libertà, tre mezzi cingolati: la prigionia durerà 40 giorni, ma non impedirà ai due gruppi di riunirsi in Pamir per poi fare di nuovo rotta verso Pechino. La Crociera Gialla entra così nella storia, nella leggenda. L’impresa era costata 21 milioni di franchi dell’epoca, rendendo a Citroen risultati difficilmente quantificabili: enormi in termini di immagine, terribili sul piano finanziario. Era il 1932 quando il film fu proiettato nelle sale cinematografiche, mentre nuove sinistre ombre si stavano allungando sull’Europa.

L’epoca d’oro della Belle Epoque, del cinema muto e delle avventure di Salgari era ormai definitivamente alle spalle.

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